L'intervento di Paolo Ghisoni a Maracanà

Il direttore de La Giovane Italia è intervenuto durante il pomeriggio di TMW Radio per parlare della promozione in Serie A del Frosinone.
02.05.2023 18:30 di  Stefano Rossoni   vedi letture
L'intervento di Paolo Ghisoni a Maracanà
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© foto di Carlo Giacomazza/TuttoSalernitana.com

Come ogni martedì pomeriggio, il nostro direttore Paolo Ghisoni è stato ospite a Maracanà, consueto appuntamento di TMW Radio, per approfondire alcune tematiche relative al calcio italiano.

L'argomento principale non poteva che riguardare il Frosinone, promosso ufficialmente in Serie A. "Partirei con le considerazioni di questo successo da Roberto Stellone, che nell’anno in cui il Frosinone si trovò in difficoltà, allenava la Berretti e venne promosso in Prima Squadra. Decise di aggregare diversi elementi della sua formazione in Serie C, tra l'altro tutti ragazzi italiani: ricordo ad esempio Gori e Paganini. Da lì iniziò una cavalcata che portò l’anno dopo il Frosinone a diventare protagonista in Serie B, e successivamente a salire. Io punto su questo tratto dell’italianità e sottolineo, non una semplice volta con il pennarello blu, ma 74 volte con il pennarello rosso: il Frosinone ha sempre fatto del proprio settore giovanile un vanto, basandosi su "scarti" di Lazio e Roma, perchè ci sono ragazzi che provano l'esperienza nel settore giovanile giallorosso o biancoceleste, poi non va come ci si augura e arrivano a Frosinone".

"La forza di questa squadra è la programmazione del Presidente e di tutto lo staff - ha sottolineato Paolo Ghisoni nel suo intervento - È giusto anche ricordare chi c’è stato prima, ovvero il direttore Salvini, che ha comunque puntato su questo forte senso di identità. Faccio un’altra breve puntualizzazione. È stato detto che lo stadio è bellissimo, ma voglio far notare che è anche di proprietà, uno dei pochi in Italia. Poi ricordo la parte di sportività e di senso civico, come in occasione della retrocessione, con i tifosi che applaudono nonostante il risultato negativo, perchè hanno comunque coronato un sogno che non è finito nel migliore dei modi. Arriviamo poi al giorno d'oggi e al fatto che, ieri sera, aldilà dell’infortunio di Mulattieri a cui auguriamo una pronta guarigione, leggiamo una formazione tutta italiana. Di questi, inoltre, 12 sono passati negli 11 anni di lavoro con La Giovane Italia, quindi altra fortissima identità italiana. Se mi aspettavo un risultato del genere a inizio anno? Assolutamente no. Grosso arrivava da un periodo un po’ particolare a livello di carriera, con degli incroci con qualche presidente a dir poco bizzarro. È sempre stato considerato un allenatore, dal punto di vista di settore giovanile fin dalla parentesi bianconera, di grandissima prospettiva. Aveva fatto discretamente bene a Bari, però ad essere sinceri le formazioni che quest’anno erano candidate a salire erano altre, come Genoa e Cagliari".

"Tra le decisioni importanti prese dal Frosinone, cito anche la volontà di Angelozzi di tenere Grosso. Lui si fida di questo ragazzo, ha capito che potendo lavorare anche un po’ sotto traccia, senza quelle pressioni eccessive di una piazza importante, Fabio riesce a trovare i giusti tasselli. Sicuramente gran parte del merito va alla dirigenza, che lo ha lasciato lavorare serenamente, ma il merito è anche suo, perchè è riuscito a entrare nelle corde giuste in un gruppo, come quello del Frosinone, di ragazzi. Faccio un esempio su tutti: Luca Mazzitelli. È un giocatore della "generazione Roma", arriva da due promozioni con Monza e ora con il Frosinone, è uno di quelli che si è un po’ perso, rimanendo però un calciatore con una qualità e un’intelligenza fuori dal comune. È un ragazzo che probabilmente paga, per eccessiva riservatezza, dazio con piazze dove serve altro, ma che come qualità non ha nulla da invidiare ai centrocampisti tra i più forti d'Italia. Ritengo inoltre che, quando potrà giocare in Serie A con grande continuità, sarà uno di quei ragazzi che vedremo maturare tardi - essendo un '95 e quindi quest’anno compirà 28 anni - anche se di giocatori che arrivano tardi in fondo ne stiamo scoprendo diversi. Voglio poi ricordare Borrelli, classe 2000, di cui parlo con grandissimo piacere perchè quest’anno quando ha segnato il suo primo gol - prima di ieri aveva giocato una sola partita da titolare - nelle dichiarazioni post partita ha fatto il nome di Ciofani, dicendo: "La cosa che mi è piaciuta maggiormente negli anni del settore giovanile è il fatto che La Giovane Italia mi paragonasse a Ciofani, che era il mio idolo". È un ragazzo molto intelligente, che studia all’Università. A Frosinone c’è tutto per poter dire: il calcio italiano si può fare, senza stereotipi o problematiche dal punto di vista scolastico, a cui in questa società danno grande peso".

"Un uomo copertina di questa stagione? Tra quelli non ancora citati direi Mario Sampirisi, che ha conquistato la promozione con Genoa, Monza, Crotone e ora Frosinone. Insomma... potremmo definirlo: l’uomo della promozione!".