Ex LGI nel mondo, l'avventura di Samuele Longo in Olanda

Le giovanili tra Genoa ed Inter, l'esperienza in Spagna, il ritorno in Italia ed infine il volo verso il Dordrecht: ecco la storia del centravanti veneto!
25.09.2022 13:00 di  Rosario Buccarella   vedi letture
Fonte: Alessandro Fontana
Ex LGI nel mondo, l'avventura di Samuele Longo in Olanda

Anche questo fine settimana abbiamo il piacere di scambiare quattro chiacchiere con un giocatore passato per il nostro almanacco ed ora in forza in un club estero. Parliamo di Samuele Longo, talento trevigiano che dopo vari viaggi nella sua carriera è oggi al Dordrecht, club militante in seconda divisione olandese.

Ciao Samuele e grazie per la tua disponibilità. Tu sei un classe 1992 e quindi fai parte della storica prima nostra annata entrata sugli almanacchi. La tua scheda parla di un attaccante bravo ad attaccare la profondità e in grado di aiutare sempre i compagni, ti ci rivedi anche ora a 30 anni?

“Mi ha fatto piacere rileggere la mia scheda di più di 10 anni fa quando ero in Primavera al Genoa. Direi che mi ci rivedo molto, sono rimasto quel tipo di attaccante che ama aiutare i compagni e cercare di scappare dietro le maglie dei difensori in profondità. C’è da dire che sono migliorato in quella che allora era una mia carenza e cioè la gestione della sfera negli spazi stretti”.

La tua carriera è sempre stata legata a doppio filo con l’Inter, club che ha detenuto il tuo cartellino per una decade. In questo lasso di tempo hai diverse volte fatto la spola tra l’Italia e la Spagna, vestendo le maglie di club importanti come Espanyol e Rayo Vallecano ad esempio. Come mai la scelta della Spagna? Un paese con una tipologia di gioco che esalta le tue caratteristiche o ci sono altre motivazioni?

“La prima esperienza in Spagna è stata appunto all’Espanyol e devo ringraziare il mister Mauricio Pochettino che mi ha voluto fortemente. Infatti sono arrivato quando il campionato era già iniziato da 3 giornate e dopo solo tre allenamenti mi ha fatto partire subito titolare. Sapere di aver la fiducia a parole è un conto, dimostrarla subito invece non è scontato. In Spagna ho sicuramente svolto le mie stagioni migliori sia come prestazioni che come gol realizzati. Il calcio spagnolo è sicuramente divertente e incentrato sulla tecnica dei calciatori. Inoltre è una nazione nella quale mi piacerebbe molto vivere, sicuramente se devo scegliere tra Italia e Spagna scelgo quest’ultima”.

Il ritorno in Italia è coinciso anche con un ritorno nel “tuo” Veneto, indossando prima la maglia del Venezia e poi quella del Vicenza. Inoltre sei stato uno dei protagonisti della cavalcata che ha riportato il Modena in Serie B la scorsa stagione. Ci racconti com’è tornare in Italia a giocare dopo la maturità acquisita in campo estero?

“Diciamo che è stata una “non scelta”, nel senso che ero al Deportivo La Coruña e negli ultimi giorni di mercato è cambiata la proprietà. La nuova dirigenza non voleva puntare su ragazzi in prestito, bensì su giovani di proprietà. Così è nata la possibilità, poi concretizzatasi, di andare a Venezia. È lì che, grazie anche al Direttore Fabio Lupo e al mister Alessio Dionisi dai quali ho subito sentito la fiducia, ho giocato la mia migliore stagione in Italia ed è anche la società nella quale mi son trovato meglio. Il modo di lavorare del mister e il gruppo che si era creato hanno inciso molto. A livello personale e di prestazioni il passaggio al Vicenza non è stato purtroppo positivo, infatti gli ultimi sei mesi della scorsa stagione sono andato a Modena. Purtroppo non ho avuto la continuità che speravo, ma ho avuto la fortuna di stare in un bellissimo gruppo di ragazzi che vinceva e fa sempre piacere vincere un Campionato seppure non da protagonista, infatti resterà un bel ricordo ma che a fatica sento mio”.

Questa estate invece hai deciso di andare in prestito al Dordrecht, militante in Eerste Divisie. Che tipo di calcio hai trovato e come sta andando in questi primi mesi la tua esperienza olandese?

“Ho iniziato molto bene la stagione infatti ho già trovato la via del gol in due occasioni. Dopo due anni negativi avevo voglia di tornare a mettermi in gioco in un campionato estero e, grazie anche all’aiuto dei miei procuratori, è nata questa possibilità che ho subito colto al volo. Sicuramente è un campionato importante che dà anche la possibilità di avere una buona visibilità. Non nascondo che il mio sogno da sempre è l’Inghilterra, spero di realizzarlo. Il calcio olandese è sicuramente molto intenso, anche se pecca dal punto di vista tattico, soprattutto in relazione a un campionato come quello italiano”.

Per ultima la domanda che è il motivo della creazione di questo format. La sessione estiva di calciomercato ha visto diversi ragazzi decidere di lasciare l’Italia per cercare fortuna in club esteri, che hanno anche investito diversi milioni per loro. Secondo te questa diaspora del talento nostrano a cosa è dovuta?

“Ognuno ha il suo percorso e io posso parlare per quella che è la mia esperienza. Uno dei fattori determinanti nella scelta di andare all’estero è sicuramente la fiducia che viene data e la possibilità di sbagliare senza ripercussioni. Non conta il nome o l’esperienza di un ragazzo, l’importante per giocare è meritarsi di giocare la domenica dopo una settimana di allenamenti ad alta intensità. In Italia stiamo facendo passi in avanti rispetto a quando ero io un ragazzo, ma siamo sicuramente indietro in confronto al resto del calcio europeo. Ci si deve allineare quanto prima con il trend estero di far giocare chi lo merita, capendo che i risultati li portano anche i giovani quando si sentono al centro del progetto”.

Grazie mille a Samuele per averci dedicato il suo tempo, noi de La Giovane Italia facciamo il tifo per te e non vediamo l’ora che torni nel nostro Paese per vederti segnare ancora e ancora.

Nel frattempo un grosso in bocca al lupo con il tuo Dordrecht!